Poetic-Verses from ATHANASE

DA LONTANO, UNA VOCE (Italian)



A Robert Walser


“Allora il Sommo Sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: ‘Che bisogno abbiamo ancora di
testimoni? Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?' Tutti sentenziarono che era
reo di morte”

Allora alcuni cominciarono a sputargli addosso, a coprirgli il volto, a schiaffeggiarlo e a dirgli:
‘Indovina!'. I servi intanto lo percuotevano.”

                   (Vangelo secondo Marco, XIV, 63-65).


L'inno mattutino dei pettirossi
Ha fatto fuggire la notte graziosa
Verso le montagne.

(O notte fluente, notte setosa
Nel sereno effluvio delle piante di limone,
Voce di pettirossi gonfia d'aurora!)

Adesso, amore,
I nostri cuori galleggiano trasportati
Dalla fresca luce del mattino primaverile.

(Fretta altezzosa di colombe,
Sprazzi color malva dei lillà,
Poesie serene degli agili alberi!)

Nude rose accanto ai nostri petti
Recitano canti luminosi,
Spiegano i loro drappi di garza blu,
Carezzano le collane di sogni ancora caldi
Che pendono dal dolce pallore del nostro collo!

(Occorrono un vento fresco ed un vaso chiaro,
Passi rumorosi sui pacifici,
Bianchi sentieri del parco esaltato,
Per vedere, tra i meli, risplendere
Il sorriso delle fanciulle!)

Il tempo desidera carezzare i nostri corpi
Con profumi speziati, con il suo respiro penetrante!
Tempo che entra nelle nostre anime
Attraverso le narici, attraverso le labbra,
Attraverso i pensieri.

(Ma le nostre teste sono ancora piene
Di un sonno cadenzato
Ove dal suolo s'innalzano
Cattedrali risplendenti di bellezza,
Cime innevate, visi molto antichi
Risvegliati dalla loro vita nella morte.)

Da lontano, una voce canta,
La sua ombra leggera irrompe delicatamente
Tra la calma delle persiane.

Ed è di nuovo Pasqua,
L'angelica, la solare,
La divina festa
Della Vita!


        
            Athanase Vantchev de Thracy

Parigi, Mercoledì Santo, 4 Aprile - Anno gratiae MMVII


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